Sistema Museale Urbano
della città di Licenza
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licenza musei
Palazzo Baronale Orsini
Borghese
Palazzo Baronale Orsini Borghese
La costruzione del Palazzo Baronale viene fatta risalire alla signoria degli Orsini intervenuta nella Valle del Licenza nella seconda metà del XIII secolo. Nella parte orografica più elevata della collina sulla quale è stato edificato nelle varie epoche il palazzo, la storiografia fa risalire il primo impianto architettonico nell’originario nucleo del castrum sorto tra il XI-XII secolo con funzioni di controllo sulla Valle Ustica ...
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La costruzione del Palazzo Baronale viene fatta risalire alla signoria degli Orsini intervenuta nella Valle del Licenza nella seconda metà del XIII secolo. Nella parte orografica più elevata della collina sulla quale è stato edificato nelle varie epoche il palazzo, la storiografia fa risalire il primo impianto architettonico nell’originario nucleo del castrum sorto tra il XI-XII secolo con funzioni di controllo sulla Valle UsticaAlla fase edilizia di XIII- XVI secolo risale l’innesto dell’impianto urbano con le abitazioni sorte in contiunità con il Palazzo: al centro del tessuto abitativo e della viabilità risiede l’edificio della Chiesa Vecchia. Il Palazzo Baronale si articola intorno ad una corte chiusa quadrangolare con una serie di volumetrie abitative di periodi diversi; tra queste, l'alto mastio quadrato con funzione di avvistamento che insieme alle due torri minori, dominava il recinto quadrangolare fortificato. La datazione è sicuramente precedente agli ultimi lavori sulle strutture a cui é dovuto il suo aspetto attuale, risalenti al XV e XVII secolo a carico di Roberto Orsini e in massima parte di suo figlio Mario, Vescovo di Bisignano e, in seguito, di Tivoli.
Ne sono testimonianza le finestre rinascimentali, ora tamponate, degli edifici a destra di chi entra e la parte più conservata del Palazzo Baronale che si erge poco oltre il torrione. Alcuni atti dell’Archivio Borghese descrivono il l palazzo composto da due piani: all’ala superiore si accede tramite la scala grande definita dell’Orso decorata nelle pareti e nella volta, che immette alla Sala dell’Orso e da questa a sei ambienti riccamente affrescati come la precedente. L’ultima sala con camino è dotata di un camminamento affrescato “ad uso di corridore”di collegamento con la torre, a sua volta suddivisa in tre sale poste a livelli diversi. Riguardo gli interventi pittorici diffusamente distribuiti nelle sale del Palazzo, il riferimento è alla presenza del pittore Vincenzo Manenti a Tivoli durante il periodo del Vescovo Mario Orsini ( 1634-1652) ed alla alacre attività che fu dispensata dal pittore e dalla sua bottega (1600 – 1674) ai suoi possedimenti. Le pitture che decorano le sale del palazzo affrontano temi di carattere profano che raramente il Manenti ebbe occasione di rappresentare. Sono raffigurati i quattro elementi naturali (Fuoco, Aria, Acqua, Terra) intervallati da emblemi della famiglia Orsini e dallo stemma di Roma (S.P.Q.R.) con la lupa che allatta Romolo e Remo; il tema dei quattro continenti allora conosciuti (America, Asia, Africa ed Europa); i temperamenti o stati dell’animo umano. Pregievoli sono gli stucchi decorativi integralmente riferiti al mito classico del ratto d’Europa. Anche gli ambienti del livello inferiore del palazzo ospitano gli interventi pittorici del Manenti all’interno del Museo Archeologico Oraziano, nell’Oratorio del Monsignor Alessandro Orsini dove è conservato sulla volta un ovale nel quale è raffigurato un Martire incoronato da un putto.
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